CAPITOLO 2 - Lontano da chi?

Foto di Beatrice Barbieri

Shakespeare disse: "Quando si nasce si piange perchè ci si ritrova in questo palcoscenico di matti"


Allora che i neonati abbiano maggior consapevolezza di ciò che loro spetta, di quanto possa averne un adulto? O forse piangono perchè già sanno che il loro mondo fatto della stessa sostanza dei sogni prima o poi diventerà sempre più piccolo per far spazio a quello reale? E così  succede quando smetti di credere nella magia, nelle favole, in quella montagna di favole che ti hanno raccontato con insistenza nei primi  anni di vita. Ti accorgi  che la tua vita o quella dei tuoi amichetti è più imperfetta di quanto potevi immaginare: a scuola c'erano i figli dei separati, dei divorziati e poi c'era il caso ancora più eclatante dei gemelli Capalbi, il cui padre se n'era addirittura andato di casa. E poi c'ero io, figlia di genitori uniti. Appartenevo a un genere raro e ne ero consapevole. I miei, in confronto alla maggioranza, erano "adulti", nonostante avessero fatto una figlia a diciotto anni. Ricordo episodi del tipo: io ospite a casa di Veronica e ad un certo punto mi trovo in mezzo a una madre e una figlia che litigano perchè vogliono pettinare la stessa bambola. O ancora, mi era capitato di assistere a riunioni di mamme, che appartenevano alla categoria da me denominata delle madri fanatiche, riunioni cui mia madre credo abbia partecipato una volta in cinque anni, dopo di che si è sempre rifiutata, optando per partite di tennis con la mamma di Marta e di Claudia, e, giuro, in quei momenti riuscivano a dare il meglio di loro con il gioco dei confronti:
"Ho iscritto Federica a un corso di danza e i vostri figli faranno qualcosa?"

CAPITOLO 1 - Lontano da chi?

Foto di Cristina Barbieri
Pablo Neruda disse: "Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltando l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità"


Agosto 1998


L’estate stava finendo e mamma e papà per festeggiare il loro venticinquesimo anniversario di matrimonio avevano deciso di fare un viaggio in terra straniera a bordo della loro audi grigia metallizzata.

Io, Benedetta e Sveva avremmo avuto casa libera per dieci giorni, il che voleva dire libertà su tutti i fronti: nessun controllo, nessuna ramanzina, nessun rimprovero. Come tutte le cose finiscono, anche per noi la pacchia fece capolinea: era arrivato il momento di riordinare ogni cosa, in modo tale che non potessimo destare nei nostri genitori alcun sospetto sulla nostra “tranquilla” esistenza. Il telefono cominciò a squillare:
“Matilde, rispondi tu?” gridò dalla cucina Benedetta, la mia sorella maggiore; corsi in sala da pranzo e alzai la cornetta: “Pronto?”
Dopo pochi secondi misi giù la chiamata, il mio viso era diventato improvvisamente bianco, guardai le mie mani: tremavano e la voce sembrava essere svanita nel nulla, non un suono, non una parola; avrei voluto gridare, ma non ci riuscivo. Il mio corpo era completamente paralizzato.

UN BLOG TUTTO PER SE'


Virginia Woolf
Agli inizi del XX secolo Virginia Woolf disse: "se vuole scrivere romanzi una donna deve avere del denaro e una stanza tutta per sè". Nel 2012 se una donna vuole scrivere romanzi ha la fortuna di poter creare un blog tutto per sè.